SEPARAZIONE CARRIERE

La separazione delle carriere all’interno della Magistratura, oggetto del quarto referendum, rappresenta uno storico cavallo di battaglia del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. In buona sostanza, se gli elettori voteranno “Sì”, il magistrato appena assunto dovrà scegliere da subito il percorso professionale che vorrà fare, se vorrà giudicare, e quindi mantenere un equilibrio fra le parti in causa, oppure se vorrà rappresentare l’accusa, assumendo così una funzione requirente, quella del Pubblico ministero. Questa mancata separazione delle carriere all’interno della Magistratura italiana rappresenta una anomalia negli scenari internazionali, come si evince guardando una qualsiasi serie televisiva.

CARCERAZIONE PREVENTIVA

Il quinto quesito prova ad incidere sulla custodia cautelare che, da strumento eccezionale, si è trasformata nel tempo in una misura coercitiva utilizzata a volte con poco raziocinio, se è vero che in circa quarant’anni si sono segnalati poco meno di 30mila casi di innocenti messi in carcere. Con il “Sì” al referendum, non sarà possibile procedere con la custodia cautelare per il caso di reiterazione del medesimo reato; il tutto, naturalmente, escludendo i reati più gravi indicati nel codice penale, per i quali rimane in piedi la carcerazione preventiva in attesa appunto della celebrazione del processo. La carcerazione preventiva è stata oggetto di forti polemiche soprattutto durante Tangentopoli.