Proteste da domenica nell’isola caraibica

«Siamo al corrente delle notizie degli arresti avvenuti a Cuba di attivisti politici e anche di giornalisti». Tali detenzioni sono «assolutamente inaccettabili». Così Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante UE, Josep Borrell. «Chiediamo alle autorità cubane di rilasciare immediatamente le persone arrestate per le loro opinioni politiche e per il loro lavoro giornalistico. Il loro posto non è in prigione», ha quindi aggiunto Stano. A Cuba, in questi giorni, sono in corso le più grandi proteste in circa 30 anni e la situazione desta preoccupazione per il rischio escalation, dopo le decine di arresti avvenute nell’isola. La gente manifesta contro la dittatura e la precaria situazione economica: mancano cibo, energia elettrica e medicinali. Dagli Stati Uniti – nelle scorse ore accusati direttamente dal presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, di essere dietro alle proteste –, Joe Biden ha chiesto che le autorità cubane «ascoltino le proteste e la richiesta di libertà e aiuto», ma non ha rilasciato dichiarazioni riguardo l’embargo nonostante lo stesso Díaz-Canel abbia puntato il dito proprio su questo aspetto. Mentre Messico, Argentina e Bolivia stanno inviando aiuti all’isola caraibica, il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha tenuto a sottolineare come le parole del presidente cubano contro Washington e le presunte responsabilità per le manifestazioni di dissenso cominciate domenica, sarebbero «un errore molto grave».