«Abbasso la dittatura, vogliamo i vaccini»

Almeno 25 città sono state interessate ieri dalle proteste che negli ultimi giorni stanno interessando Cuba. La gente sta scendendo in piazza contro la dittatura comunista ed una situazione economica ormai insostenibile. E di certo non aiuta l’emergenza sanitaria, dato che «vogliamo i vaccini» (oltra ad «abbasso la dittatura») è stato uno degli slogan scanditi durante le manifestazioni di domenica, dapprima iniziate a San Antonio de los Banos. Il bilancio delle tensioni nelle ultime ore è di scontri, centinaia di arresti e almeno un agente ferito. Oltre alla situazione generale, anche il presidente della repubblica Miguel Díaz-Canel è al centro delle proteste, che di tale portata non si osservavano nell’isola caraibica da 30 anni. Il quadro è comunque preoccupante. Secondo il Guardian, agenti in divisa e in borghese hanno risposto con manganelli e spray al peperoncino, arrestando centinaia di dimostranti che sono stati caricati nei furgoni e portati via. Un poliziotto è stato colpito alla testa da una pietra ed è stato trasportato in ospedale. Dal suo canto, Díaz-Canel in dichiarazioni pubbliche ha respinto l’idea che Cuba sia una dittatura e ipotizzato che dietro le manifestazioni e le tensioni ci siano gli Stati Uniti. Ma allo stesso tempo ha esortato Washington a revocare il blocco economico e commerciale: «Dietro a tutto questo c’è il sogno di porre fine alla rivoluzione cubana. Non permetteremo a nessuno di manipolare la nostra situazione».