Il Rapporto Annuale 2021. L’Istituto: «Evoluzione dell’economia caratterizzata da stagnazione della produttività»

Nel Rapporto Annuale 2021 redatto dall’Istat, i tecnici dell’ufficio studi spiegano che misurando, tramite una simulazione, il possibile impatto del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza, considerando gli investimenti programmati per la parte riconducibile a voci specifiche, emerge che potrebbe essere in una misura compresa tra il +2,3% e il +2,8% rispetto allo scenario base nel 2026, «con impatto che aumenta al crescere dell’intensità della componente immateriale della spesa (R&S, software, altri prodotti della proprietà intellettuale)». L’evoluzione dell’economia italiana, ricorda l’Istituto nazionale di statistica, «si caratterizza ormai da tempo per una prolungata stagnazione della produttività del lavoro, cui ha contribuito la debolezza del ciclo di accumulazione del capitale privato e la contrazione degli investimenti pubblici». Nel capito dedicato al quadro congiunturale dell’economia italiana, il Rapporto evidenzia come nel 2020 l’andamento dell’attività economica del Paese sia stato «dominato dagli effetti della pandemia e dall’evoluzione delle misure di contenimento sanitari», con il PIL crollato di 8,9 punti percentuali a causa soprattutto del crollo della domanda interna e, più nel dettaglio, dei consumi. A inizio 2021 l’economia italiana ha poi mostrato segnali di recupero , segnando un risultato migliore delle altre principali economie del continente. Questi segnali di stabilizzazione dell’economia, spiega ancora l’Istat, «riflettono soprattutto il recupero del settore manifatturiero, al quale contribuisce il rilancio della domanda internazionale, e del settore delle costruzioni».