Antonio Vena, a processo per l’omicidio della compagna Alessandra Cità, avvenuto la notte tra il 18 ed il 19 aprile scorso a Truccazzano, nel Milanese, è stato condannato all’ergastolo. L’uomo le sparò mentre dormiva con un fucile a pompa perché non accettava che la vittima volesse troncare la relazione con lui. «Voleva lasciarmi e l’ho ammazzata», avrebbe confessato l’omicida, riporta l’ANSA, ai militari dell’Arma di Cassano D’Adda dopo aver commesso il delitto. L’accusa a suo carico, per la quale la Corte d’Assise di Milano si è espressa accogliendo la richiesta del pm Giovanni Tarzia, è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Secondo quanto emerso i due stavano insieme da nove anni ma nell’ultimo periodo vivevano a distanza. L’uomo si era trasferito da lei perché in ferie forzate.