di Francesco Paolo Capone Segretario Generale UGL

Il concorso, 2.800 posti, per figure specializzate da inserire nella Pubblica Amministrazione, con contratto a tempo determinato e stipendio pari a 1.400 euro mensili, sul quale il Governo Draghi, e non solo, riponeva grandi aspettative, si è concluso con 821 assunzioni, meno di un terzo del necessario. In forma digitale, veloce e “pronto” a reclutare gli idonei entro il mese di luglio di quest’anno, il concorso si è svolto contemporaneamente in sei Regioni e nelle sedi di Roma, Napoli, Cagliari, Bologna, Foggia, Reggio Calabria, Lamezia Terme, Siracusa e Catania. Ai livelli minimi si è rivelata sia la presenza di profili qualificati sia la partecipazione generale: su circa 102 mila candidati, si sono presentati in 37.009, pari ad un’affluenza del 36,2%. Il tasso di partecipazione è stato più alto Calabria (41,2%), più basso nel Lazio (24,4%). Non solo, hanno già iniziato a piovere ricorsi al Tar, perché sono state fatte modifiche al bando a concorso già iniziato: in un primo momento solo 8mila gli ammessi alla prova scritta, successivamente le porte sono state aperte per altri 70mila esclusi. Cinque i profili richiesti ma i candidati si sono presentati solo per due di essi e così le figure rimaste scoperte sono state proprio quelle ad alta specializzazione, che più scarseggiano nella PA e che con il PNRR e i fondi coesione è chiamata a fare un grande salto, quasi mortale, di qualità.

Quanto accaduto non può che essere definito un flop. Ad ammetterlo, lo stesso ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, per il quale «ha pagato l’impianto originario del concorso, impostato dal precedente governo per reclutare esperti con contratto a tempo determinato e retribuzioni standard medio-basse».

Il problema, quindi, sono l’intramontabile mito del posto fisso e lo stipendio basso? Sicuramente sì per qualcuno che, altamente qualificato, ha probabilmente già conquistato una posizione di rilievo e uno stipendio adeguato nel mondo del lavoro e che quindi non aveva sufficienti motivazioni per presentarsi al concorso. Senza dimenticare che, siamo ancora in un contesto di pandemia e le incertezze sul futuro: la volatilità dei posti di lavoro nel privato e allo stesso tempo la necessità di figure qualificate, non consentono di fare azzardi né di mettere a repentaglio posizioni lavorative duramente conquistate. Infine, ma non ultimo, il lavoro e i lavoratori nella Pubblica Amministrazione vanno assolutamente valorizzati e una dimostrazione tangibile in tal senso passa anche per stipendi quanto meno in linea con la media europea e adeguati alla professionalità che lo Stato richiede.