In attesa della convocazione del tavolo di confronto, arriva un importante segnale

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, continua ad essere fiducioso sulla riuscita della missione che si era imposto dal primo giorno di mandato, quella di arrivare ad un testo il più possibile condiviso di riforma degli ammortizzatori sociali da presentare in consiglio dei ministri entro il mese di luglio. Luglio è arrivato da qualche giorno, ma, almeno ufficialmente, il testo ancora non è pronto.

Ciò che preoccupa maggiormente i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl è, però, l’assenza di una convocazione che manca ormai da un mese, dopo che Confindustria, per un verso, e le associazioni degli artigiani e dei commercianti, per un altro, si erano messe di traverso, facendo temere una rottura. La questione di fondo è sulla universalità degli ammortizzatori sociali con il superamento della cassa in deroga, una operazione che ha un costo oggi sopportato dalla fiscalità generale, ma che, un domani, dovrebbe andare in capo alle aziende e ai lavoratori dipendenti.

Una questione che ne chiama subito dopo una seconda che è quella relativa a chi poi dovrà gestire i flussi di denaro, se l’Inps o, piuttosto, i fondi di solidarietà. Intanto, il governo, con il decreto-legge 99/2021, ha inviato un chiaro segnale di quelle che sono le sue intenzioni, poco meno di un miliardo e mezzo di euro sono stati dirottati dal cashback sui pagamenti elettronici agli ammortizzatori sociali.