Un nuovo studio conferma che i vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna sono «altamente efficaci»

Su Twitter, la portavoce della Commissione europea Dana Spinant ha fatto il punto della situazione sulla campagna vaccinale europea. Cosa è emerso: secondo i dati aggiornati ad oggi, il 62,7% degli adulti residenti nell’Unione europea ha ricevuto almeno una dose, il 45% ha completato il ciclo vaccinale, necessaria per abbassare il rischio di contrarre la cosiddetta “variante Delta”. Si tratta di quote consistenti di popolazione, sebbene non ancora sufficienti per abbassare la guardia e dichiarare conclusa l’emergenza sanitaria. Uscirne sarà possibile solo attraverso i vaccini. Due dei quali – Pfizer-BioNTech e Moderna, che utilizzano la tecnologia a mRna – risultano «altamente efficaci» nel prevenire l’infezione da Sars-CoV-2, dice un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, condotto negli Stati Uniti con il coinvolgimento di 3.957 persone, tra addetti alla sanità, soccorritori e altri lavoratori a contatto con il pubblico. Secondo i risultati della ricerca, entrambi i vaccini sono «altamente efficaci» anche nell’abbassare la carica virale e la durata della malattia tra quanti sono stati infettati nonostante la vaccinazione. Durante lo studio, durato 17 settimane, in 204 partecipanti, pari al 5% del campione, è stato rilevato la Sars-CoV-2. Tra i positivi, cinque avevano completato il ciclo vaccinale, undici avevano ricevuto una sola dose, il resto (156) nessuna. Il vaccino è risultato efficace al 91% con la vaccinazione completa e all’81% con quella parziale. Tra i positivi completamente o parzialmente vaccinati, la carica media di Rna virale era inferiore del 40% rispetto ai non vaccinati ed è stata rilevata soltanto per una settimana. Più rari i sintomi – tra i parzialmente o completamente vaccinati: soltanto il 25% ha riportato sintomi febbrili contro il 63% registrato tra i non vaccinati – e più breve la loro durata: i vaccinati hanno avuto 6,4 giorni in meno di sintomi totali e hanno trascorso 2,3 giorni di tempo in meno al letto perché malati rispetto a chi non aveva ricevuto il vaccino.