Piccole, ma grandi imprese. Il 40% del fatturato generato passa dalle oltre 200mila aziende di ridotte dimensioni

Le Pmi – Piccole e medie imprese sono la realtà trainante nel nostro Paese, ma sono ancora troppo poco digitalizzate. L’innovazione, invece, è un processo importante pur se lungo e tortuoso. In Italia, le Pmi sono oltre duecentomila e contribuiscono a circa il 40% del fatturato generato, ma, secondo lo studio del DESI (Digital Economy and Society Index), l’indice creato dalla Commissione Europea per monitorare i progressi dei paesi UE, il livello di digitalizzazione delle Pmi italiane è sotto la media del continente. Un ritardo che riguarda vendite online, presenza sul web, marketing e comunicazione, analisi di Big data e tecnologia. Quello che occorre alle Pmi, soprattutto di vecchio stampo, è un cambio di mentalità. La digitalizzazione non va intesa solo come un invio di posta elettronica invece di lettere commerciali, ma comprende una serie di processi e meccanismi aziendali che ne migliorano l’efficienza, la presenza e la velocità di esecuzione. Il mercato è sempre più competitivo e cambia in modo repentino. Pensiamo alla pandemia e all’importanza del rapido passaggio alle vendite online, per molte aziende elemento fondamentale di sopravvivenza (la crescita nel periodo Covid è stata del 50%). E proprio in questo arco temporale così difficile, le Pmi hanno accelerato la trasformazione digitale, che ora andrà pianificata come strategia per il lungo periodo e inserita nei processi in modo costante. Saranno necessari una riorganizzazione dei processi produttivi, nuove tecnologie e poi l’inserimento di professionisti del comparto digitale.