Meglio gli ammortizzatori sociali; soluzione alle viste per la vertenza Pernigotti

Dopo le polemiche delle scorse settimane, spesso anche aspre, Confindustria sembra tirare un poco il freno, ricordando ai propri associati che è possibile licenziare, ma che sarebbe meglio soprassedere in attesa di tempi migliori. Una indicazione di buon senso che è supportata dalla previsione contenuta nel decreto-legge 99 sugli ammortizzatori sociali senza versamento della contribuzione addizionale. Del resto, anche se licenziare potrebbe apparire a prima vista la strada più breve per ridurre i costi, in realtà per le imprese rappresenta un costo diretto, sotto forma di pagamento della indennità di legge prevista e per l’erogazione del trattamento di fine rapporto, e indiretto, sotto forma di perdita delle competenze acquisite dal dipendente licenziato. L’insistenza con la quale, pur da posizioni diverse, Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno insistito con il governo per rafforzare le alternative al licenziamento deriva, in larga parte, dalla preoccupazione che siano soprattutto le multinazionali a chiudere i battenti e a lasciare l’Italia. In questo senso, i sindacati di categoria hanno accolto con favore la notizia della firma dell’accordo che scongiura i novanta esuberi alla Pernigotti, una vertenza che andava avanti ormai da tanto tempo. Previsti dodici mesi di cassa integrazione e quattro milioni di investimenti per l’ammodernamento e il rilancio degli stabilimenti di Novi Ligure e Milano.