di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Non trova pace l’isola di Lampedusa, che deve continuare a fare i conti con sbarchi continui di clandestini, compresi quelli contagiati dal virus e dalla ormai famigerata variante Delta. Alla mercé delle centinaia di persone, in alcuni casi disperate e in fuga da guerre e persecuzioni, in moltissimi altri in cerca di fortuna – stavolta, ad esempio, la gran parte sarebbe di provenienza senegalese – che settimanalmente, mettendosi nelle mani di scafisti senza scrupoli, decidono di imbarcarsi in direzione Italia, per forzare le frontiere e stabilirsi nel nostro Paese. Migranti che approdano senza sosta in un piccolo territorio ormai stremato. In alcuni casi anche andando incontro a conseguenze drammatiche. Stanotte, ad esempio, il naufragio di uno dei tanti barconi al largo dell’isola ha causato la morte di 7 persone. Ci sarebbero altri dispersi, probabilmente una decina. La procura ha aperto la solita inchiesta, con la ricostruzione dettagliata dei fatti raccontata da Patronaggio: «Alla vista delle motovedette della Guardia costiera, i migranti presenti sul barcone si sono sbilanciati. Tanti sono finiti in mare o perché mal distribuiti sul barcone o perché hanno perso l’equilibrio. Sulle salme verrà eseguito un esame esterno direttamente a Lampedusa. E poi decideremo se disporre o meno autopsia». Insomma, mettersi nelle condizioni di naufragare per essere poi salvati. Un circolo vizioso. L’hotspot di nuovo al collasso. Il sindaco che ancora una volta reclama l’attenzione del governo. Situazioni alle quali assistiamo ormai da anni, se non decenni. Un problema non solo italiano, in Spagna nelle stesse ore sono arrivati altri barconi, con anche la morte di una bimba al largo delle Canarie, ma con l’Italia, comunque, in primissima linea. Possibile che non si riesca a mettere fine a una simile barbarie? Lascia sgomenti il fatto che questa situazione ormai intollerabile, lesiva dei diritti tanto dei cittadini europei quanto dei clandestini, basata sull’illecito, sulla tratta di esseri umani, sul ricatto, vada avanti da così tanto tempo senza che si riescano ad attuare soluzioni efficaci. Ci aveva provato la Lega nell’anno del governo gialloblu, tentando di interrompere, con un’alzata di testa costata cara al leader Salvini in termini di inchieste, ormai quasi tutte archiviate, questo vergognoso traffico di esseri umani. Servirebbe una nuova presa di posizione forte, da parte di Draghi e Lamorgese, ma anche e soprattutto da parte dell’intera Italia e dell’Europa. Che faccia ben capire a tutti che è proprio questo tollerare l’illegalità a portare insicurezza, disagio e anche a causare vittime. Bloccare le partenze e avviare nei Paesi di partenza processi di smistamento fra coloro che hanno diritto all’accoglienza e coloro che invece non hanno i requisiti per venire in Europa. Non c’è altra soluzione.