Si parla di «ripresa sostenuta», ma le varianti del Covid-19 creano «incertezza». Il sottosegretario alla Salute: «Preoccuparsi il giusto senza eccessi. Il rischio zero non esiste, completare la vaccinazione è la soluzione più efficace»

L’Italia, dopo quello della Commissione Ue, sta attendendo il via libera del Consiglio europeo al suo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il premier Mario Draghi si esprime con parole di equilibrio che oscillano tra l’ottimismo per una «ripresa sostenuta» e la cautela dovuta al «rischio varianti». Da lunedì scatta lo stop all’obbligo delle mascherine all’aperto, ma il sospiro di sollievo viene interrotto dagli ultimi dati sulla diffusione del virus e in particolare dalle sue varianti. Anzi dalla variante Delta: secondo gli esperti dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, «entro la fine di agosto rappresenterà il 90% dei virus in circolazione nell’Unione Europea». In Italia la mutazione del virus, segnalato per la prima volta in India, può mettere a rischio la ripartenza, con vari focolai già individuati da Nord a Sud. Tanto che ieri il premier Mario Draghi ha invitato ad andare «avanti con la campagna di vaccinazione». Per il sottosegretario alla Salute Costa occorre «potenziare il sequenziamento del virus». Più allarmistici i toni della fondazione Gimbe che chiede di mettere in campo azioni in modo deciso proprio alla luce dei risultati del nuovo monitoraggio relativo alla settimana dal 16 al 22 giugno: «Non è accettabile una gestione “attendista” della variante Delta, contro la quale occorre attuare tempestivamente le misure raccomandate dall’Ecdc: potenziare sequenziamento e contact tracing, attuare strategie di screening per chi arriva dall’estero e accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60 e nei fragili». Una situazione che rischia di stagliarsi come una seria ombra sulle prospettive dell’economia. Secondo quanto indicato dagli esperti della Bce (Banca centrale europea) nel Bollettino economico, se la ripresa economica dell’eurozona «si rafforza», è necessario accompagnarla da una politica monetaria «accomodante», tuttavia resta «incertezza» legata al possibile sviluppo «delle varianti» del Coronavirus. Le proiezioni indicano una crescita annua del Pil in termini reali pari al 4,6 per cento nel 2021, al 4,7 nel 2022 e al 2,1 nel 2023, ma il diffondersi delle varianti può rappresentare a rappresentare una fonte di rischi al ribasso. Le regioni italiane nelle quali per adesso sono stati individuati focolai, di diversa ampiezza e diverse problematiche (come il contact tracing, ad esempio, ovvero il tracciamento dei positivi), della variante Delta sono per adesso la Lombardia, la Campania, l’Abruzzo, l’Emilia Romagna e la Sardegna.