Il leader leghista apre nuovamente al confronto con il centrosinistra: «Noi disponibili al dialogo, dipende dal Pd»
«La Lega è sempre stata pronta a discutere per un testo condiviso, senza ideologia…». Così il leader leghista, Matteo Salvini, in un’intervista ad Avvenire. Il riferimento è al ddl Zan, tema “caldo” di questi giorni. La Lega non chiude, ma apre al confronto con il centrosinistra: «Ho pubblicamente chiesto un incontro a Letta, ma non ho ricevuto risposta», ha ammesso Salvini. «Se l’obiettivo è contrastare ancor più duramente odio e violenza, siamo tutti d’accordo, anche se le leggi vigenti mi sembrano già chiare». Il testo, approvato a novembre dalla Camera e attualmente all’esame della Commissione Giustizia del Senato, contiene delle criticità, secondo Salvini: «In particolare, l’attenzione va posta sulle definizioni nell’articolo 1, criticate da molti e che vanno modificate: non vogliamo che l’educazione gender entri nelle scuole, né possiamo tollerare restrizioni alla libertà di pensiero o parola. Sono contento che anche la Santa Sede abbia espresso dei dubbi. Come peraltro, da versanti diversi, hanno fatto esponenti femministe e della comunità Lgbt». «Abbiamo già depositato un testo, firmato anche da me, per inasprire le pene per chi è protagonista di episodi di odio o violenza. Dipende dal Pd: punta a combattere le discriminazioni o vuole fare campagna ideologica, anche sulla pelle degli omosessuali?», ha concluso Salvini. Dal Vaticano, intanto, un chiarimento: «Non è stato in alcun modo chiesto di bloccare la legge. Siamo contro qualsiasi atteggiamento o gesto di intolleranza o di odio verso le persone a motivo del loro orientamento sessuale, come pure della loro appartenenza etnica o del loro credo», ha spiegato il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, ricordando a Vatican News «che Stato italiano è laico, non è uno Stato confessionale, come ha ribadito il Presidente del Consiglio». Nessuna ingerenza, dunque: «La nostra preoccupazione riguarda i problemi interpretativi che potrebbero derivare nel caso fosse adottato un testo con contenuti vaghi e incerti, che finirebbe per spostare al momento giudiziario la definizione di ciò che è reato e ciò che non lo è», ha spiegato, aggiungendo che il Vaticano è preoccupato dal fatto che «il concetto di discriminazione resta di contenuto troppo vago».