di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Sabato, nei pressi della stazione Termini, un clandestino probabilmente ghanese e già conosciuto dalle forze dell’ordine, armato di un grosso coltello da cucina, stava terrorizzando i passanti quando un agente della PolFer è intervenuto sparandogli un colpo di pistola, ferendolo non gravemente, ma impedendogli di continuare a minacciare la cittadinanza e permettendo il suo arresto. L’assalitore, che ora è in ospedale, all’Umberto I sempre della Capitale, è piantonato dalla polizia, in stato d’arresto con le accuse di tentato omicidio, porto abusivo d’arma, resistenza e minaccia a Pubblico Ufficiale. Fortunatamente, in tempo di smartphone e social, i video registrati e pubblicati dai presenti hanno permesso a tutti di constatare la pericolosità della situazione e la necessità di un intervento tempestivo, anche per questo, giustamente, non ci sarà nessun procedimento contro l’agente che ha aperto il fuoco, anche se, naturalmente, la Procura dovrà svolgere le indagini di rito. Da fonti giornalistiche sembrerebbe, tra l’altro, che il malvivente abbia in più occasioni inneggiato alla Jihad, non quindi un “semplice” squilibrato, ma un vero e proprio terrorista, fortunatamente messo in condizione di non nuocere né di uccidere qualcuno, altrimenti oggi staremmo raccontando un’altra e ben più triste storia. Ferma restando, come sempre in questi casi, la necessità di aspettare lo svolgimento delle indagini per chiarire i contorni della vicenda, occorrerebbe valutare l’opportunità di un encomio al poliziotto, grazie al quale oggi non contiamo né morti né feriti fra viaggiatori, pendolari e passanti che si trovavano alla stazione. Del tutto esecrabili eventuali polemiche pretestuose da parte dei soliti noti volte a difendere, come troppo spesso succede, gli aggressori piuttosto che gli aggrediti. Quell’agente merita rispetto e gratitudine. Non solo. Andando oltre il caso singolo, risoltosi in modo tutto sommato positivo, il fatto ci porta a riflettere su questioni più generali. Sulle dotazioni di cui dispongono le nostre forze dell’ordine, e infatti molti rappresentanti degli agenti hanno parlato della necessità di distribuire il taser, da utilizzare in frangenti come questo per rendere l’azione della polizia più efficace e gestibile, specie in presenza di passanti. Ma anche sull’ormai annosa questione della presenza sul suolo nazionale non solo di immigrati clandestini, cosa di per sé contraria alle nostre leggi, ma persino di irregolari che pur essendo “già noti alle forze dell’ordine” per aver commesso dei reati, oltre a quello di soggiornare illegalmente in Italia, continuano a restare nel nostro Paese senza che si riesca a procedere a rapide espulsioni. E poi sulla presenza di cellule islamiste in Italia e sul pericolo terrorismo. Questioni fondamentali per il benessere della nostra cittadinanza.