Il governo anticipa gli effetti della delega allargando la platea dei beneficiari degli assegni per i figli minori a carico

Fra i tanti luoghi comuni della comunicazione, ve ne è uno che resiste da tempo, quello di commentare un rapporto statistico paragonandolo ad una fotografia. Ecco allora che, di volta in volta, l’Istat, il Censis, un ministero, lo stesso Parlamento fotografano quella che la situazione sociale, economica, infrastrutturale del Paese. Ebbene, questa fotografia è troppo spesso statica, almeno se andiamo a guardare lo stato di salute delle famiglie. Sono infatti decenni che la natalità di è ridotta in maniera sensibile; gli unici segnali in controtendenza sono arrivati in concomitanza con l’aumento dei flussi migratorio o, meglio ancora, in coincidenza con le procedure di emersione che periodicamente hanno interessato la Penisola. Una seconda fotografia che ci segue da tempo è quella relativa alla pressione fiscale che si abbatte come un macigno sulle stesse famiglie, su chi lavoro, su chi produce. Si parla da tempo su come intervenire. Il decreto-legge 79/2021, che analizziamo nel presente numero di Meta sabato, introduce un tassello in un puzzle che è oggettivamente molto complesso e che dovrà trovare compimento con la riforma fiscale. Con quello che è stato definito un provvedimento ponte, il governo anticipa la delega per la riforma del sistema degli assegni familiari, estendendone la fruizione a categorie oggi escluse e rafforzando, seppure non in maniera decisiva, l’ammontare di quanto già percepito dai lavoratori e dalle lavoratrici dipendenti con figli minori a carico. Una disposizione importante anche se a breve scadenza, visto che vale per il periodo 1° luglio – 31 dicembre 2021, ma che dovrà poi essere incastonata in un percorso più complessivo che investe pure gli enti locali.