Per effetto dell’articolo 4 del decreto-legge 79/2021, l’assegno unico per i figli minori è compatibile con il reddito di cittadinanza. I nuclei che percepiscono il sostegno al reddito introdotto con il decreto-legge 4/2019 possono pertanto presentare domanda per il riconoscimento dell’assegno. Quest’ultimo è anche compatibile con tutte le altre forme di denaro a favore dei figli a carico erogate dalle regioni, dalle province autonome di Trento e Bolzano o dagli enti locali. È opportuno puntualizzare che tale disposizione vale fino alla attuazione della legge delega (legge 41/2021) con esclusione dell’assegno familiare (decreto-legge 69/1988). In caso di variazione del nucleo familiare durante il periodo di fruizione dell’assegno unico per i figli minori, la dichiarazione sostitutiva unica (Dsu; articolo 10 del Dpr 159/2013) aggiornata è presentata entro due mesi dalla data di variazione. Il mese dopo la presentazione, la prestazione è adeguata in ragione alla variazione intercorsa. Se, ad esempio, il minore raggiunge la maggiore età, è prevista la decadenza d’ufficio; se, viceversa, vi è l’ingresso di un nuovo minore, la prestazione è incrementata, purché il nucleo familiare abbia presentato una nuova domanda di assegno temporaneo. L’assegno è corrisposto d’ufficio dall’Inps congiuntamente e con le stesse modalità di erogazione del reddito di cittadinanza. È opportuno chiarire che non si tratta di una somma aggiuntiva; l’Inps, infatti, prima provvederà a stralciare la quota di reddito spettante per i figli minori, calcolata sulla base della scala di equivalenza, e poi ad aggiungere l’assegno temporaneo. Un calcolo che farà direttamente l’Inps, ma che, di certo, riduce l’impatto positivo della misura, rispetto ad altre categorie che andranno a percepire l’assegno unico. Detto assegno temporaneo, però, non viene conteggiato fra i trattamenti assistenziali che vanno a determinare il reddito familiare, uno dei parametri di accesso al reddito di cittadinanza.
Presentata l’autobiografia di Alain de Benoist, pubblicata da Bietti, libro del filosofo francese capo scuola della Noivelle Droite che una grande influenza ebbe anche in Italia a partire dagli anni ‘80 in quel movimento che alle nostre latitudini venne definito Nuova Destra
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