di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Oggi è accaduto qualcosa di drammatico, per tutti noi sindacalisti in modo particolare. Un collega del Si Cobas, Adil Belakhdim, cittadino italiano di origini marocchine, 37 anni e padre di due ragazzi, è rimasto ucciso, investito da un camion, nel corso di un presidio dei lavoratori della logistica che si teneva stamattina di fronte alla Lidl di Biandrate, nel novarese. Travolto da un mezzo che, a quanto sembrerebbe, cercava di forzare il blocco dei manifestanti. Alcuni testimoni hanno riferito di una discussione tra il guidatore e i lavoratori. Poi l’investimento, il sindacalista trascinato per metri. Inutile per Adil l’intervento del 118, mentre altri manifestanti sono rimasti feriti. Il camionista, allontanatosi senza prestare soccorso e anzi cercando di far perdere le proprie tracce, è stato poi individuato grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza e fermato dai Carabinieri, che ora dovranno fare piena luce sull’accaduto. Una vicenda terribile. Naturalmente tutti dobbiamo aspettare lo svolgimento delle indagini, che si spera chiariranno dinamiche e responsabilità, in fretta ed in modo puntuale. Ma in ogni caso non si può nascondere una più che legittima preoccupazione. Non è la prima volta che assistiamo, in queste ultime settimane, ad episodi di violenza nel corso di manifestazioni per la difesa dei diritti dei lavoratori, specie nel settore della logistica, ormai diventato essenziale in questi tempi di pandemia. Alle proteste per chiedere maggiori certezze sono spesse volte seguiti fatti incresciosi, intimidazioni, episodi di violenza. Come ha affermato anche il ministro Orlando, in questo settore «stiamo assistendo ad una escalation intollerabile di episodi di conflittualità sociale». Un contratto che non è condiviso da tutti i lavoratori, tema che si somma a problematiche comuni su diritti e tutele, in un momento di profonda crisi che sta travolgendo tutto e tutti. Stavolta, però, dobbiamo annoverare la morte di un sindacalista nel corso di una manifestazione. Un evento lontanissimo dalle dinamiche del confronto politico e sindacale, pacifico e democratico, cui, fortunatamente, siamo abituati nel nostro Paese. Al di là delle sigle di appartenenza, delle diverse proposte e delle differenti modalità di azione sindacale, oggi tutto il mondo del lavoro è in lutto. È accaduto un fatto inaccettabile, un pessimo segnale. Perché il Paese non può, in questo periodo già tanto difficile, trovarsi per giunta avviluppato in una spirale di tensione sociale, ma deve invece perseguire la strada del dialogo civile, tutelando la libertà sindacale e quella di manifestare per i propri diritti. A testimoniare la gravità dell’accaduto, l’intervento dello stesso Presidente del Consiglio Draghi, che si è detto addolorato, chiedendo di fare subito piena luce sull’accaduto. Parole che sottoscrive tutta l’Ugl.