La Acc di Belluno è in vendita; salta così l’idea di unire le due produzioni

Per la ex Embraco di Riva di Chieri si torna al punto di partenza. Sembra infatti tramontare l’ipotesi sostenuta a suo tempo dall’allora ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e sulla quale aveva continuato a lavorare la sottosegretaria Alessandra Todde, vale a dire la realizzazione di una joint venture con la Acc di Belluno. L’idea era quella di dare vita ad un polo dei compressori per frigo, Italcomp, mettendo in sinergia le due aziende, nonostante le centinaia di chilometri che dividono i siti in Piemonte e in Veneto. A causa della carenza di cassa che non permette l’acquisto di materie prime, nonostante diverse commesse già sottoscritte, la Acc è stata posta in vendita proprio in questi giorni, una decisione che ha effetti diretti sui circa 400 dipendenti della ex Embraco per i quali il rischio licenziamento diventa, purtroppo, sempre più concreto, avvicinandosi la scadenza del 30 giugno. Le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono fortemente preoccupate e spingono, da una parte, sul rinnovo della cassa integrazione, così da dare un sostegno al reddito ai lavoratori, e, dall’altra, su un vero piano industriale, nella giusta convinzione che gli ammortizzatori sociali possono andare bene sul breve periodo, ma non garantiscono per il futuro. A questo punto, diventa decisivo il nuovo coinvolgimento del ministero dello sviluppo economico e della stessa regione.