«Un’ipotesi folle», dice la presidente di FdI. Secondo il leader leghista, «non ci sono i presupposti per trascinarlo» al 31 dicembre

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, sarebbe favorevole alla proroga dello stato d’emergenza fino al 31 dicembre, che consente una gestione della crisi sanitaria senza molti vincoli, riferisce il quotidiano La Repubblica. «Un’ipotesi che, se confermata, sarebbe folle e che come Fratelli d’Italia ci vede nettamente contrari», ha scritto la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. «Ad un anno e mezzo dallo scoppio dell’epidemia non è più accettabile che le più elementari norme della democrazia e i principi dello Stato di diritto come la libertà di movimento e d’impresa possano essere calpestati o violati dal governo nel nome dell’emergenza», ha aggiunto, sostenendo che «il 2021 deve essere l’anno del ritorno alla normalità: il nostro ordinamento è in grado di gestire la pandemia con i poteri e gli strumenti ordinari di cui già dispone, nel rispetto della Costituzione e delle prerogative del Parlamento». A spingere per la fine dello stato d’emergenza non è soltanto chi sta all’opposizione: anche all’interno del governo e della maggioranza c’è chi non sarebbe favorevole ad un’ulteriore proroga. «Non abbiamo ancora parlato con Draghi, ma a mio avviso non ci sono i presupposti per trascinare lo stato di emergenza. Credo sarebbe un bel messaggio, come dire il peggio è passato», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo in occasione di un Forum ANSA, sottolineando il miglioramento della situazione epidemiologica nel Paese: «Dalla settimana prossima tutta Italia sarà zona bianca». Salvini non è il solo a pensarla così. «Credo che i tempi siano maturi per chiudere la fase emergenziale e attrezzarci con gli strumenti ordinari», aveva osservato qualche giorno fa la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, in un’intervista al Messaggero. «Sarebbe bello chiudere con lo stato di emergenza per dare un segnale positivo al Paese», ha detto ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, a La Stampa. Entrambi, però, hanno sottolineato che ci sarà ancora bisogno del contributo del commissario straordinario all’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. Con la fine dello stato d’emergenza, servirebbe una norma ad hoc: «Dovremmo individuare una strada normativa per prolungare l’attività del Comitato tecnico-scientifico e della struttura del commissario Figliuolo», ha osservato Speranza. Con la proroga non ce ne sarebbe bisogno.