Tante domande, ma pochi poi effettivamente si presentano: procedura a rischio

Nonostante la fame di lavoro soprattutto nel Mezzogiorno, la procedura per la selezione di 2.800 esperti con contratto a tempo determinato da assumere nelle regioni meridionali si sta rivelando più complessa del preventivato. Si tratta del concorso volto a rafforzare la dotazione organica in vista della partenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nelle scorse settimane, il ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha elaborato una procedura rapida con una preselezione sui titoli. Da 70mila domande si è quindi scesi a 8.852 candidati in un rapporto di tre candidati per una persona da selezionare. A conti fatti, però, alla prova selettiva si sono presentati in pochi, appena il 65% dei convocati, cosa che rischia di inficiare l’intera procedura, finendo addirittura per lasciare scoperti parecchi posti in diverse amministrazioni del Sud. A questo punto, dal ministero hanno deciso di allargare la platea degli ammessi alla prova selettiva. Non è chiaro il perché di un risultato così deludente. Considerando che si tratta comunque di figure altamente qualificate, potrebbe aver inciso negativamente la perdita di appeal del posto nella pubblica amministrazione, con retribuzioni mediamente inferiori rispetto al settore privato – un esperto giuridico, ad esempio, viene pagato molto meglio – e responsabilità che, negli anni, sono andate aumentando.