Tutti i partiti concordi nel rivedere la norma sul versante delle condizionalità

Sembra alle viste una possibile stretta sul reddito di cittadinanza. Anche il Movimento 5 Stelle, che pure del reddito di cittadinanza ha fatto la propria bandiera, sembra essersi infatti convinto della necessità di rivedere uno strumento che, se da una parte, ha il merito di offrire un sostegno concreto a persone vicine o al di sotto della soglia di povertà, dall’altra sta mostrando enormi limiti sul versante dell’inclusione lavorativa. Anche al netto della pandemia da Covid-19, che ha introdotto un lungo periodo di stop alle cosiddette condizionalità, era apparso chiaro fin da subito il rischio che per molti il reddito di cittadinanza avrebbe finito per diventare un deterrente proprio alla ricerca di un lavoro. Già nel febbraio del 2019, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, nel corso della audizione parlamentare sul Decretone, il provvedimento urgente che ha introdotto il reddito di cittadinanza e quota 100, avevano evidenziato i grandi limiti di una misura che, per funzionare, avrebbe avuto bisogno di una efficace rete di servizi per il lavoro. Ed invece l’unica misura introdotta dall’allora ministro del lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, era stata quella dei navigator, una figura ibrida di supporto alle attività dei centri per l’impiego, che, viceversa, avrebbero avuto necessità di interventi ben più consistenti, qualcuno dei quali oggi lo ritroviamo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.