Si può tranquillamente affermare che, tranne qualche piccola cosa ancora da chiarire, dopo il decreto-legge 77 del 31 maggio, rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza, non resta che caricarsi le gambe in spalle e lavorare. Il provvedimento urgente, che contiene anche alcune misure di semplificazione, rappresenta infatti il tassello mancante del quadro complessivo che il governo Draghi sta tracciando per accedere alle risorse europee. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, già approvato dal Parlamento con voto pressoché unanime, è stato prima rafforzato con il decreto relativo al fondo complementare nazionale e con la relativa distribuzione fra le sei missioni ed ora trova compimento con quest’ultimo provvedimento urgente che serve a definire la governance, l’aspetto che era rimasto finora indietro. L’articolo 2 del decreto-legge 77/2021 istituisce, presso la presidenza del consiglio dei ministri, la cabina di regia. Dopo le tante indiscrezioni delle settimane scorse, la soluzione trovata prevede una cabina di regia a formazione variabile. Quindi, non dei componenti fissi, ma componenti individuati di volta in volta fra i ministri e i sottosegretari di Stato alla presidenza del consiglio dei ministri (non tutti i sottosegretari, pertanto, ma solo quelli direttamente connessi a Palazzo Chigi) interessati in relazione alle materie affrontate. Una soluzione elastica che supera l’ipotesi iniziale di alcuni ministri sempre presenti in rappresentanza della formazione politica di appartenenza.