Le conseguenze del Covid-19 tra mortalità totale e aspettativa di vita. Decisamente preoccupanti sia i dati Istat e Iss sia quelli del “Rapporto Osservasalute”. Ma per il 2021 sono evidenti effetti del vaccino sul calo delle morti

Tra mortalità totale e aspettativa di vita il Covid-19 nel 2020 ha davvero funestato l’Italia. Qualche luce, ma anche pesanti ombre, emergono dal VI Rapporto congiunto dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss). La mortalità totale del 2020 e del 2021 è stata confrontata, a parità di periodo, con la media dei decessi del quinquennio 2015-2019. Nel 2020 il totale dei decessi per il complesso delle cause è stato il più alto mai registrato nel nostro Paese dal secondo dopoguerra: 746.146 decessi, 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019 (15,6% di eccesso). Il numero più alto di decessi giornalieri causa Covid si è registrato il 28 marzo 2020 con un totale di 928 vittime, mentre nella seconda ondata il record è stato registrato il 19 novembre con 805 morti. La mortalità ha registrato nel 2020 un aumento del 9%, a livello nazionale rispetto alla media del quinquennio 2015-2019. Tra le regioni che riportano aumenti significativamente più alti della media nazionale ci sono il Piemonte, la Valle D’Aosta, la Lombardia e la Provincia autonoma di Trento. Le Regioni del Centro e del Mezzogiorno non mostrano variazioni rilevanti. Analizzando la diffusione del virus nei primi mesi del 2021 le Province con il maggior tasso di incidenza sono state quelle del versante Nord-orientale. Molto bassa in alcune della Sardegna, della Calabria e della Sicilia. Quanto meno, però, l’analisi del primo quadrimestre 2021 documenta, rispetto al 2020, documenta un calo in termini percentuali dei contagi registrati nella popolazione molto anziana (80 anni e più) e un abbassamento dell’età dei casi segnalati. Una riduzione progressiva del rischio di infezione da SARS-CoV-2, di ricovero e di decesso di circa il 95% a partire dalla settima settimana dopo la somministrazione della prima dose di vaccino. «Segnale di come la campagna di vaccinazione, le raccomandazioni e la prevenzione messa in atto abbiano dato esiti positivi nel ridurre la trasmissione di malattia nella fascia anziana della popolazione», spiega il rapporto. Le conseguenze dell’epidemia, secondo il “Rapporto Osservasalute”, curato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che opera nell’ambito di Vihtali, spin off dell’Università Cattolica, presso il campus di Roma, hanno bruciato in un anno la speranza di vita conquistata dagli italiani in 10 anni. Sì, proprio così: la riduzione dell’aspettativa di vita è calata in un anno di tutto il guadagno ottenuto nel decennio precedente.