Verso lo stop selettivo dei licenziamenti e la riforma degli ammortizzatori sociali. I partiti, anche della maggioranza, in ordine sparso. Ma il Governo sta cercando un punto di mediazione, evitando il rischio di creare disoccupati di serie A e di serie B

Stop al blocco dei licenziamenti: il Governo è alla ricerca di una mediazione. La maggioranza è impegnata in queste ore a trovare una sintesi, incalzata dalle richieste seppur diversificate di tutti i sindacati: Cgil, Cisl e Uil, da una parte, chiedono una proroga generalizzata del divieto di licenziare fino al 31 ottobre, mentre l’Ugl, dall’altra, una proroga diversificata per settore, prevedendola cioè per quelli che, come i servizi e il tessile, hanno risentito di più delle restrizioni imposte per fermare i contagi e che dimostrano maggiori difficoltà a risollevarsi dalla crisi economica. Pressioni uguali e contrarie da Confindustria, che, come è noto, sta spingendo contro la proroga generalizzata dello stop ai licenziamenti, e Fratelli d’Italia per il quale lo stop non è una soluzione ai problemi del mercato del lavoro. Ricordiamo che il Dl Sostegni ha già previsto un primo sblocco dei licenziamenti per le grandi imprese a partire dal 1° luglio e il divieto di licenziare fino al 31 ottobre solo per le aziende piccole: solo chi non licenzia potrà continuare ad avvalersi della cassa integrazione agevolata fino al 31 dicembre.

La chiave per trovare la mediazione nelle intenzioni del premier Mario Draghi sembrerebbe non essere però in una proroga generalizzata del divieto di licenziare, semmai negli ammortizzatori sociali: sia in termini accelerazione dei tempi della loro riforma sia di un ulteriore allungamento dell’indennità di disoccupazione, la Naspi, già rafforzata per tutto il 2021. Quello che si vuole evitare è il rischio di creare disoccupati di “serie A” e di “serie B”.

Il problema sta anche nell’allargamento del fronte di coloro che nei partiti vorrebbero la proroga generalizzata, ai quali si è aggiunto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. In effetti i partiti stanno viaggiando in ordine sparso, e dunque la mediazione, non il ripensamento, al quale starebbe lavorando Draghi andrebbe verso uno sblocco del diritto di licenziare selettivo. D’altronde anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha dichiarato che il governo è disponibile ad un intervento selettivo, tema al centro dell’incontro di ieri a palazzo Chigi tra lo stesso Draghi e il leader della Lega, Matteo Salvini. Pd, M5s e Leu sono più vicini alle richieste di Cgil, Cisl e Uil, nella Lega, come sottolineato oggi dal sottosegretario all’Economia Claudio Durigon, prevale la tesi sostenuta anche dell’Ugl.