Gaffe della Commissione europea sul blocco dei licenziamenti causa Covid-19
Per l’Istat, l’occupazione andrà di pari passo con il prodotto interno lordo, per cui le unità di lavoro cresceranno del 4,5% nel corso del 2021 e del 4,1% nel prossimo anno. Nello stesso periodo, il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi sotto al 10%, anche se di poco. Naturalmente, si tratta di una previsione a legislazione vigente, destinata ad essere influenzata da tanti fattori esterni collegati inevitabilmente al Covid-19. Non si tratta, infatti, soltanto di ripresa e di superamento dell’emergenza sanitaria, ma anche dei vari aspetti connessi al blocco dei licenziamenti, alla proroga degli ammortizzatori sociali e alla velocità con la quale sarà data attuazione ai contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È di queste ore, intanto, la polemica fra la Commissione europea, che ha criticato pesantemente il blocco dei licenziamenti, e il ministro del lavoro, Andrea Orlando, che ha spiegato il senso della misura e l’equilibrio che si è raggiunto fra le diverse sensibilità fuori e dentro il governo. Qualche ora dopo, visto il montare delle polemiche, da Bruxelles hanno spiegato che si tratta di un documento di studio che non coinvolge assolutamente la Commissione. Sarà anche così, ma, di certo, questo stesso documento ha permesso a qualche associazione datoriale di tornare a chiedere la fine del blocco, nonostante la possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali.