Vaccini, una ricerca avrebbe scoperto cosa causa i problemi di coagulazione

Scende ancora l’RT nazionale. Calcolato per stimare quante persone possono essere contagiati da una sola persona, in relazione all’efficacia degli interventi per contenere la diffusione del virus, l’indicatore è sceso a 0,72 punti contro gli 0,78 della scorsa settimana. In calo anche l’incidenza, con 47 ogni 100mila, a fronte dei 66 di una settimana fa. Sono i dati che emergono dal monitoraggio della cabina di regia costituita da Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute. Sul fronte vaccini arriva intanto una notizia incoraggiante: uno studio della Giethe-University di Francoforte, non ancora pubblicato, potrebbe aver individuato il problema che causa i rari problemi di coagulazione nei pazienti a cui sono stati inoculati i vaccini Astrazeneca e Janssen. Secondo la ricerca, ripresa dall’ANSA, al contrario dei vaccini a Rmna, come Moderna e Pfizer, la tipologia di vaccini che ha saltuariamente causato problematiche rilasciano una sequenza del DNA che serve a produrre la proteina del Sars-Cov-2 nel nucleo della cellula e non nel citoplasma. Una volta dentro il nucleo il DNA si spezzetta e alcuni frammenti vengono espulsi dal centro della cellula finendo nel sistema circolatorio, dove creerebbero i coaguli. Stando a quanto riferito da uno degli autori al Financial Times, Rolf Marschalek, con i dati raccolti con la ricerca è possibile «spiegare alle compagnie come cambiare le sequenze che codificano la proteina spike per prevenire le reazioni indesiderate».