Alitalia, verso una newco in versione “mini”: sindacati in pressing e scettici sul progetto. L’aviazione trasferita direttamente a Ita ma in forma ridotta: dovrebbe partire con circa 55-60 aerei e con una drastica riduzione dei dipendenti

La situazione è disperata, certo, e lo è ancora di più per le conseguenze che la pandemia da Covid ha scatenato sull’economia, ma da qui ad accettare la continua messa in discussione degli stipendi o una svendita della Compagnia e del marchio, ce ne corre. È quello che i sindacati anche oggi continuano a ribadire. La newco che si appresta a decollare sarà una mini compagnia e dovrà anche dare battaglia in una gara competitiva per poter mantenere sulla nuova livrea lo storico marchio Alitalia. Questa la sintesi dell’accordo di massima raggiunto ieri sera tra la Commissione Ue (la vice presidente Ue e commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager) e il governo italiano (i ministri dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, e dell’Economia, Daniele Franco) sulla «discontinuità economica» tra la vecchia compagnia e la newco. Quest’ultimo prevede anche che la parte relativa all’aviazione sia trasferita direttamente a Ita in forma ridotta, «con meno della metà della flotta attuale» e un «taglio significativo» del personale che avrà anche nuovi contratti. Ita dovrebbe partire con circa 55-60 aerei e con meno di 5.000, fino a 2.500, dipendenti contro gli 11 mila attuali. Ciò, nonostante i sindacati abbiano più volte detto e continuino anche oggi a dire che una mini compagnia non sarà mai veramente in grado di decollare e di competere. Circostanze ancora più preoccupanti sono che, insieme al marchio, anche l’handling e la manutenzione andranno a gara e Ita potrà prendervi parte. Non ci dovrà essere, invece, un trasferimento della base clienti del programma fedeltà, evidenziando con ciò la concorrenzialità e la trasparenza dei bandi, realmente aperti. Nel frattempo, dall’incontro richiesto dai sindacati ai Commissari è emerso che «ad oggi non sono giunti nelle casse» di Alitalia «i 100 milioni stanziati dal decreto sostegni bis e neanche i 50 milioni annunciati il mese scorso dal Ministro Giorgetti, il tutto ascrivibile ai tempi della burocrazia». L’incontro si è tenuto in anticipo rispetto alla riunione prevista per domani, su richiesta dei sindacati, vista l’urgenza della situazione stipendi, ed è stato deciso che lo stesso tavolo dovrà restare aperto per procedere al più presto, «una volta avuta certezza sull’esigibilità delle risorse stanziate dal governo». Alitalia in amministrazione straordinaria infatti «si è impegnata ad attivare subito l’erogazione del 50% delle retribuzioni con le disponibilità di cassa residue», l’erogazione del restante 50% avverrà nei primi giorni del mese di giugno, indicativamente entro il 3 giugno. Per la conclusione dell’accordo, «ora spetta all’Italia» presentare a Bruxelles una tabella di marcia dei prossimi passaggi tecnici, che vanno dalle richieste per le licenze da parte di Ita ai bandi per il trasferimento degli asset. La Commissione, da parte sua, continuerà con le sue valutazioni e, se l’Italia si dimostrerà in grado di presentare i nuovi dati in modo tempestivo, la decisione «arriverà in tempi tali da consentire a Ita di partire appena pronta».