Per la procura è stato fatto per evitare disservizi e bocchi della funivia

A tre giorni dalla tragedia di Mottarone, dove la cabina della funivia Stressa-Mottarone è precipitata causando la morte di 14 persone e un ferito grave, la Procura di Verbania, esaminati gli elementi e gli interrogatori, ha disposto il fermo di tre persone: Luigi Nerini, 56enne di Baveno, proprietario della Ferrovie del Mottarone; il direttore dell’esercizio, Enrico Perocchio e il capo servizio, Gabriele Tadini. Secondo quanto emerso dalle indagini, la a cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso e secondo gli inquirenti si è trattato di un gesto eseguito consapevolmente per «evitare disservizi e blocchi della funivia». In sostanza, quello che è emerso dalle indagini, è che sarebbe stato lasciato inserito dispositivo, il cosiddetto forchettone, che in caso di manutenzione impedisce il funzionamento del freno di emergenza. Le accuse a carico di tre sono, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime, per il ferimento del piccolo Eitan. Il bambino, di cinque anni, è ricoverato al Regina Margherita di Torino e, secondo quanto riferito dal direttore generale della Città della Salute, Giovanni La Valle, è stato estubato e per un breve periodo ha ripreso conoscenza aprendo gli occhi. A vegliare sulle condizioni sull’unico sopravvissuto della tragedia c’è la zia.