Buoni risultati
La previdenza complementare dimostra di poter garantire i versamenti dei datori di lavoro e dei lavoratori per la futura integrazione alla loro pensione obbligatoria maturata presso l’Inps anche in questi momenti di crisi. Se si prende in considerazione il lungo periodo decennale, dal 2010 al 2019, il rendimento medio annuo composto è stato del 3,6% per i fondi negoziali di categoria: cifra nettamente superiore a quello stabilito dalla legge per il trattamento di fine rapporto che è stato del 2%. I rendimenti dei versamenti ai fondi negoziali sono superiori a quelli dei fondi aperti o di altra natura istituiti soprattutto dalle Compagnie di assicurazione, e ciò dipende dai costi di gestione più elevati.

Tanta prudenza
Secondo un accurato rapporto del Centro Studi Iniziative Previdenziali, i fondi pensione negoziali e quelli cosiddetti “preesistenti” hanno un patrimonio assai ingente equivalente a 56 miliardi per i fondi negoziali e 63 per quelli preesistenti. Tuttavia, di tutto questo ammontare solo il 4% circa è investito nell’economia reale, ossia in finanziamenti e/o partecipazioni ad aziende o iniziative infrastrutturali. Nei mesi scorsi vi sono stati incontri e progetti generici con la Cassa Depositi e Prestiti, ma finora non vi è stata nessuna decisione pratica. Certamente i gestori dei Fondi devono essere molto cauti per non disperdere il patrimonio costituito dai loro iscritti per integrare la futura pensione.