L’età media dei dipendenti molto alta incide sui servizi al cittadino

Nel suo programma per la riforma della pubblica amministrazione, il ministro Renato Brunetta ha constatato che l’età media dei pubblici dipendenti è assai elevata: si passa dai 54,6 anni dei dipendenti dai Ministeri ai 53,2 degli Enti territoriali e ai 52,5 per la scuola/università. Si parla di età media: quindi vuol dire che c’è una grande quantità di persone che sfiorano o superano i sessant’anni. È stata quindi ventilata la possibilità di emanare delle norme che consentano il prepensionamento rispetto all’età stabilita nel 2012, allo scopo di effettuare il ricambio del personale anche per favorire la digitalizzazione. Se si tiene conto che i pubblici dipendenti, in totale, sono 3.457.498 divisi tra le varie amministrazioni di appartenenza, si comprende quale ampiezza numerica dovrebbe avere questa ipotesi di prepensionamento. Al momento, non sappiamo se questa proposta avrà un seguito legislativo, anche per le problematiche economiche che comporterà. Vogliamo tuttavia evidenziare come anche questo fatto confermi indirettamente l’errore della riforma effettuata dal ministro del lavoro Elsa Fornero nell’ambito del governo Monti con cui è stata stabilita un’età anagrafica fissa di 67 anni per il pensionamento senza prevedere alcuna possibile flessibilità in relazione al tipo di lavoro svolto, agli anni contributivi maturati e alle necessità produttive. E ciò va tenuto presente in relazione alla scadenza, prevista per quest’anno, della “quota 100” la quale quindi aveva una sua validità.