di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Sui giornali di centro sinistra, e su quelli di centro destra, non si fa che parlare del “derby Meloni-Salvini”. Sia in termini di sondaggi sia di prospettive di Governo ovvero in merito a chi dei due potrà un giorno, nell’ancora lontano 2023, avere maggiori possibilità di diventare premier. Una diatriba utilizzata spesso in modo strumentale: o per alimentare la concorrenza nel centro destra tra due indubbiamente forti personalità o per spostare la concorrenza politica stessa tutta nel campo del centro destra, ma con l’obiettivo di spaccarlo.
Un “effetto speciale” che, in realtà, non funziona. L’intento, anzi gli intenti, dell’area culturale di centro sinistra e del Pd, sono diversi. Come quello, ad esempio, di spingere Matteo Salvini a uscire dalla maggioranza, per poter magari un giorno assegnare al centro sinistra tutti gli eventuali meriti del Governo Draghi. Oppure per più che altro diffondere una cortina fumogena sul vuoto di idee e di personalità del centro sinistra. Se esiste una rivalità tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, questa non può che essere il segnale forte e chiaro del grande fermento che sta caratterizzando il centro destra, capace di esprimere un’offerta politica, sia in termini di personalità sia di idee, molto articolata. E questo non solo per i leader, se si pensa che ministri e sottosegretari di Lega e Forza Italia stanno dando una grande prova di impegno e di equilibrio, nonché di collaborazione responsabile – ma non appiattita – nei confronti dei colleghi di centro sinistra e dello stesso premier Mario Draghi.
Tutto ciò considerato nel suo insieme rappresenta una grande speranza per il futuro e dell’Italia e del centro destra. Perché significa che quel futuro se lo stanno conquistando due personalità dello stesso campo, sebbene siano oggi uno alla maggioranza e l’altra all’opposizione. Se volessimo seguire la logica della contrapposizione proposta dai quotidiani, continuamente offerta per suggestionare i lettori e soprattutto i potenziali elettori di domani, potremmo affermare che in fondo si tratta di un derby e i derby, rispetto ad altre partite, sono sempre i più belli, i più emozionanti. La politica è fatta anche di emozioni, non solo di idee, che camminano sulle gambe delle donne e degli uomini.
Una pluralità di visioni e persino di genere non altrettanto evidente nel campo di centro sinistra, ancora alla ricerca di un modo per dare spazio alla propria componente femminile. Nel frattempo, la componente femminile del centro destra c’è e si vede, perché quello spazio se lo è conquistato e non l’ha ricevuto “in dote”, dimostrando, tanto quanto la “controparte” maschile, di saper rappresentare le istanze e i problemi reali del Paese.