Riforme: il Governo Draghi ha tre mesi per rispettare (quasi) tutti gli impegni con Bruxelles. D’estate si lavorerà a oltranza. Carfagna: «Senza riforme il Recovery plan semplicemente non esisterebbe. Questo esecutivo nasce per fare tutto questo»

Non c’è neanche un secondo da perdere: i mesi a disposizione del Governo per le riforme sono soltanto tre. Riforme attese da decenni e potenzialmente in grado di cambiare i connotati di un Paese dimostratosi refrattario al cambiamento. Nelle intenzioni del fittissimo calendario di impegni di Palazzo Chigi – come illustrato oggi anche dal quotidiano La Repubblica – si prevede che già entro la fine di luglio si vedranno i primi frutti e che ci sarà da lavorare a oltranza per tutta l’estate. E solo da agosto 2021 scatterà il semestre bianco ovvero quel periodo nel quale il presidente della Repubblica non potrà più sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni, che potranno essere celebrate alla fine della legislatura ovvero nella primavera del 2023. Dunque tre mesi “di fuoco”. Ma il cronoprogramma delle riforme è comunque fatto e va rispettato tassativamente per mantenere gli impegni assunti con Bruxelles, dando attuazione al PNRR e ottenere così le risorse destinate dall’Ue all’Italia. La strada è tutta “politicamente” in salita. Entro fine mese (maggio) si tenterà di approvare la Governance del PNRR e il decreto Semplificazioni. A giugno, occorre il via libera al decreto concorrenza, tassello fondamentale per dare attuazione sempre al Recovery Plan. Subito dopo, a luglio, si dovrà mettere in cantiere la legge delega sul Fisco. Entro fine anno, altri due impegni tutt’altro che in discesa: la legge delega sul processo civile, al Senato, e quella sul Processo penale, alla Camera. Senza tutti questi passaggi chiave, l’Italia rischia di perdere gran parte dei fondi europei. Per velocizzare i tempi e superare gli inevitabili intoppi politici, Palazzo Chigi punta sulla nascita di gruppi di lavoro, sotto la regia dei singoli Ministeri, che dovranno approfondire tecnicamente gli interventi e sciogliere tutti i nodi. Un dicastero, che gioca una grandissima partita per la ripresa dell’Italia, è quello per il Sud: «Senza riforme il Recovery plan semplicemente non esisterebbe: l’Europa condiziona l’erogazione dei soldi al rispetto di un cronoprogramma rigoroso e alla realizzazione di riforme. Senza riforme non avremo né finanziamenti europei, né nuove infrastrutture, né ripresa, né posti di lavoro. Questo governo nasce per fare tutto questo», ha detto oggi al Corriere della Sera il ministro Mara Carfagna, sottolineando che per Forza Italia sono imprescindibili riforme come quelle «del fisco e della giustizia, in primis, insieme alla semplificazione di ogni processo pubblico, dalla più banale pratica, ai concorsi, ai grandi appalti. Ma nel Pnrr c’è anche una riforma sociale per cui mi sono spesa e ritengo irrinunciabile: l’individuazione dei Livelli essenziali di prestazione, i Lep, che cancellino finalmente il divario di cittadinanza tra Nord e Sud, tra metropoli e aree interne». Insomma, l’unica cosa da fare è mettersi subito al lavoro.