Diverse le fonti di finanziamento, compreso un fondo complementare nazionale

Nel maggio del 2020, l’Unione europea lancia il programma Next Generation EU (NGEU), stanziando risorse complessive per 921 miliardi di euro; il punto di partenza è questo. Del complesso delle risorse, il Recovery fund quota 672,5 miliardi; il React-Eu 47 miliardi; il fondo per lo Sviluppo rurale 85,4 miliardi; il Fondo per la transizione giusta (JTF) 17,5 miliardi; Invest Eu 9,4 miliardi; Resc Eu, 3 miliardi; Horizon Europe, 84,9 miliardi. L’Unione europea ha contemporaneamente definito un regolamento volto ad indirizzare gli interventi con le risorse disponibili. Sei le grandi aree di intervento, i cosiddetti pilastri, sui quali i singoli Piani nazionali di ripresa e resilienza si dovranno focalizzare: transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani. Gli assi strategici condivisi a livello europeo sono tre, vale a dire la digitalizzazione e l’innovazione, la transizione ecologica e l’inclusione sociale. Il nostro Piano nazionale si articola quindi in sedici Componenti, raggruppate in sei Missioni, per le quali la richiesta sul Recovery è di 191,5 miliardi, di cui 68,9 miliardi di sovvenzioni, quindi a fondo perduto, e 122,6 miliardi di prestiti. Per ogni singola Missione sono previste fino a tre fonti di finanziamento: Piano nazionale di ripresa e resilienza, React Eu e Fondo complementare. Alla Missione 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura) vanno complessivamente poco più di 50 miliardi; alla Missione 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica) circa 70 miliardi; alla Missione 3 (infrastrutture per una mobilità sostenibile) poco meno di 31,5 miliardi; alla Missione 4 (istruzione e ricerca) oltre 33,8 miliardi; alla Missione 5 (coesione e inclusione) con 29,6 miliardi; alla Missione 6 (salute), infine, 20,2 miliardi.