Dagli Stati Generali della natalità, l’impegno del premier Draghi a riaccendere negli italiani «desideri fondamentali nella nostra vita». Parola d’ordine: invertire la rotta delle culle vuote. « Un’Italia senza figli è un’Italia che non ha posto per il futuro»

Mai come in questo anno, con un tasso di natalità al nuovo minimo storico (-3,8% nel 2020, Istat) e con il 28,5% degli italiani costretti a ricorrere al sostegno economico della famiglia di origine (Rapporto Eurispes 2020), gli “Stati Generali della natalità” organizzati dal Forum delle Associazioni Familiari hanno suscitato tanta attenzione. Effetto anche delle autorevoli presenze: oltre a Papa Francesco anche il premier Mario Draghi e altre cariche istituzionali. «Un’Italia senza figli è un’Italia che non ha posto per il futuro, che lentamente finisce di esistere», ha sottolineato il presidente del Consiglio, ponendo così l’accento sulla questione demografica che è «essenziale» per la nostra esistenza. «Voler avere dei figli, voler costruire una famiglia, sono da sempre desideri e decisioni fondamentali nella nostra vita, la orientano e la disegnano in modo irreversibile». La scarsa natalità è dovuta in parte al bisogno economico ma anche alla mancanza di sicurezza e stabilità: «Per decidere di avere figli, i giovani hanno bisogno di un lavoro certo, una casa e un sistema di welfare e servizi per l’infanzia. In Italia, purtroppo, siamo molto indietro su tutti questi fronti». Passando poi a indicare le diverse azioni che il governo ha messo in campo per farvi fronte: l’assegno unico in vigore da luglio, e che, promette Draghi, dal 2022 sarà esteso a tutti i lavoratori. Inoltre «le risorse complessivamente a bilancio ammontano ad oltre 21 miliardi di euro, di cui almeno sei aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti di sostegno per le famiglie. Si può stare tranquilli: anche negli anni a venire l’assegno unico ci sarà. È una di quelle trasformazioni epocali su cui non è che ci si ripensa l’anno dopo», ha assicurato. Ma, da non dimenticare, c’è anche il PNRR, nel quale circa 20 miliardi sono dedicati a giovani, donne e famiglie: realizzazione di asili nido e scuole per l’infanzia, l’estensione del tempo pieno e il potenziamento delle infrastrutture scolastiche, l’investimento importante nelle politiche attive del lavoro, nelle competenze scientifiche e nell’apprendistato. Una clausola generale per incentivare le imprese a assumere più donne e giovani. Nel “Sostegni bis”, che sarà presentato la prossima settimana, lo Stato «garantisce ai giovani gran parte del finanziamento necessario per l’acquisto della prima casa e ne abbatte gli oneri fiscali». Da parte sua Papa Francesco ha risposto: «Ringrazio il premier Draghi per le sue parole chiare e di speranza. Penso, con tristezza, alle donne che sul lavoro vengono scoraggiate ad avere figli, o a nascondere la pancia».