Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, è intervenuto oggi durante i lavori dell’Osservatorio nazionale del lavoro agile nelle Amministrazioni pubbliche. «Avremo a regime, tra sei mesi, lo smart working – ha detto – come una delle modalità contrattualizzate di espressione del lavoro pubblico e avremo esperienze da studiare». Il percorso individuato: «Massimo pragmatismo, massima flessibilità e massima responsabilità, soddisfazione dei cittadini, efficacia e efficienza dei servizi, sulla base delle esperienze fatte». Un ritorno alla normalità che «non vuol dire ritorno a come eravamo prima, ma con una valorizzazione delle esperienze fatte e con il lavoro agile contrattualizzato». C’è una novità: nel decreto semplificazioni arriverà «una riforma per unificare tutti i Piani oggi richiesti alle amministrazioni, dalla performance al Pola. Una compattazione nel nome della nuova organizzazione del lavoro pubblico il cui motore è il Piano nazionale di ripresa e resilienza». Tre le fasi del lavoro agile nella PA: la prima del «lockdown totale», la seconda «dell’emergenza con la soglia minima del 50%», la terza con «l’eliminazione della soglia minima». Che però «non è la cancellazione del lavoro agile, ma la valorizzazione della sperimentazione condotta sin qui». Nel frattempo è partita la stagione dei rinnovi contrattuali, «per cui il lavoro agile troverà una sua regolazione nei ccnl entro fine anno, quando si chiuderà la fase emergenziale. Avremo così una prima verifica dell’esperienza dei sei mesi di piena autonomia degli uffici, che l’Osservatorio e la Commissione tecnica saranno incaricate di monitorare».