Previsti un test semplificato e un periodo di anno di prova diretta sul campo

Più facile entrare, ma potrebbe non essere così semplice restare in servizio. Mentre si va chiudendo un anno molto complesso, il secondo consecutivo condizionato dal Covid-19, iniziano a trapelare quelle che saranno le linee guida per il reclutamento del personale docente. L’idea di fondo è quella di semplificare la procedura di accesso, in linea con quanto si sta prospettando più in generale per il pubblico impiego alle prese con le enormi difficoltà nel programmare i concorsi. Un test semplificato, con domande chiuse: potrebbe essere questo il meccanismo per procedere alla scrematura, fermo restando, naturalmente, il possesso dei titoli di studio richiesti per occupare la posizione specifica. Nel caso della scuola, l’assunzione, però, non sarebbe immediata, ma subordinata al superamento di una sorta di prova sul campo: gli istituti dovranno infatti valutare il rendimento del neo professore al fine della sua stabilizzazione. Si ricorda come, tale passaggio, in realtà, sia già previsto, ma ora si punterebbe a rafforzare questa fase. I docenti così assunti sarebbero sottoposti ad un vincolo di permanenza nella sede designata per almeno tre anni. Naturalmente, quello dell’inserimento di nuovo personale è soltanto una parte del quadro complessivo che riguarda tanti altri aspetti, dal personale amministrativo, tecnico e ausiliare alla impellente questione della gestione degli immobili.