La ripartenza difficile, ma necessaria di un settore trainante della nostra economia

Se da una parte le limitazioni ai movimenti, la paura per la pandemia e i redditi ridotti hanno frenato il turismo per un anno intero o quasi; dall’altra parte la voglia di viaggiare non si è mai fermata e ha spinto il settore a proposte nuove. Sono nate così in questi mesi forme di turismo più locale come la promozione di mete di prossimità e le attività di smart working da svolgere in località turistiche. Sono cambiati nei mesi i modelli di vacanza sia degli italiani che degli stranieri, con una grande preferenza per la montagna, i percorsi enogastronomici e tutto ciò che consente attività all’aperto ma senza assembramenti. Un turismo più attento e consapevole, oltre che sostenibile. Le riaperture graduali dal 26 aprile ai primi di giugno potrebbero consentire alle oltre 600mila imprese coinvolte nel settore turistico di ripartire, visti i drammatici numeri dei mesi scorsi. Le presenze turistiche nel 2020 sono infatti diminuite di oltre il 50% nelle località turistiche, ma è un dato che tocca il 75% per le città d’arte secondo quando riferito da Confesercenti. E il futuro non appare più roseo: solo il 5% degli italiani ha prenotato le prossime vacanze estive, complice una situazione pandemica ancora incerta. I dati Istat mostrano come, oltre al -45% delle vacanze classiche, si sono ridotti anche i viaggi di lavoro (-67,9%) e questo riguarda sia l’Italia che l’estero (-80%). Coldiretti fa il punto anche sulla regione Lazio, dove tra ristorazioni e operatori del turismo il fatturato è sceso del 60%. Altre regioni come Trentino Alto Adige in primis, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto poi hanno invece ricevuto le preferenze dei viaggiatori. Una situazione che colpisce alberghi e agriturismi, ma anche tutti quei settori che ruotano attorno dai negozi per souvenir al comparto agroalimentare, con ristoranti e pizzerie ma anche i mezzi di trasporto. I viaggi in areo sono crollati di quasi il 75%, quelli in treno di circa il 60%, in aumento invece gli spostamenti in automobile con un 81% (65,4% nel 2019).