Anche le famiglie saranno chiamate a fare la loro parte su riciclo ed emissioni nocive

Nel Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021, sommando tutti i punteggi, l’Italia è prima per il terzo anno consecutivo in Europa nel campo del riciclo. Un primato che però deve essere sostenuto da continui miglioramenti e investimenti, soprattutto per avere un ruolo fondamentale nella transazione ecologica, ormai entrata in tutte le agende politiche dei governi della Ue. L’Italia risulta prima anche nella produttività di risorse, è seconda invece per le energie rinnovabili utilizzate e per il riciclo di rifiuti urbani (ma diventa prima se consideriamo i rifiuti generali). Inoltre l’obiettivo di avvicinarsi alle emissioni zero (Accordo di Parigi entro il 2050) riguarda proprio le aziende che inquinano di più: il settore tessile ad esempio rappresenta da solo il 10% delle emissioni mondiali di gas serra. Entro il prossimo anno dovranno essere approvati il Programma di gestione dei rifiuti e il Piano Industria 4.0 con agevolazioni previste per le aziende che investono in economia circolare. C’è in ballo la competitività delle aziende italiane e una spinta per innovazione, ripresa investimenti e occupazione. Tutti questi aspetti si ritrovano anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che il governo ha appena inviato a Bruxelles, dopo l’approvazione di Senato e Camera dei deputati. Una sfida a largo spettro che investe direttamente il sistema delle imprese, la pubblica amministrazione, ma anche le singole famiglie, le quali saranno chiamate a dare il loro contributo attivo.