Primi su molti parametri, ma ancora indietro sul versante dei brevetti depositati

Nonostante un’annata così complessa a causa della pandemia, l’Italia riesce a brillare nel settore dell’economia circolare. A dirlo è il terzo rapporto nazionale redatto dal Circular Economy Network (rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile) e da Enea, che vede il nostro Paese al primo posto in Europa (per la terza volta consecutiva), davanti alle cinque principali economie della Ue per i risultati raggiunti nelle aree della produzione, del consumo, della gestione circolare dei rifiuti, degli investimenti e dell’occupazione nel riciclo, nella riparazione e nel riutilizzo. La classifica vede l’Italia prima con 79 punti, seguita da Francia con 68, poi Germania e Spagna con 65 e Polonia 54. Secondo lo studio, il nostro Paese è primo per la produttività delle risorse, secondo per l’occupazione nei settori della riparazione, del riutilizzo e del riciclo dei rifiuti, preceduto solo dalla Polonia. Nel 2018 nella Ue le persone occupate nel settore dell’economia circolare erano oltre 3,5milioni, l’Italia ne contava all’epoca 519mila, mentre la Germania 680mila. Per gli investimenti e l’occupazione, l’Italia si piazza invece al quarto posto dopo Spagna, Polonia e Germania, e arranca anche per numeri di brevetti dove è ultima fra le economie europee: appena 12 depositati nel 2016, un numero davvero esiguo se pensiamo che la Germania ne ha 67 e in totale l’Europa 269. Il Bel Paese rialza la testa per numero di aziende di riparazioni di beni elettronici (25mila) e di altri prodotti, attestandosi al terzo posto dietro Francia e Spagna.