Sindacati decisamente poco convinti: forte penalizzazione per i pensionati

Nel dibattito intorno alle ipotesi percorribili per il dopo quota 100 si inserisce la proposta del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, una proposta che, per la verità, non sembra trovare un grande seguito nei sindacati. Cgil, Cisl, Uil e Ugl continuano, infatti, a sostenere l’esigenza che si apra finalmente un vero confronto sul tema, valutando così tutte le carte in tavola, compresi naturalmente i circa sette miliardi di euro nel complesso risparmiati in questi tre anni. Tornando alla proposta di Tridico, il meccanismo immaginato dal numero uno dell’Istituto previdenziale appare oggettivamente un poco contorto. Al lavoratore sarebbe permesso di andare in pensione già a 62 o 63 anni, a patto però di accettare che l’ammontare dell’assegno pensionistico sia calcolato con il solo sistema contributivo almeno fino al raggiungimento dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero. Soltanto successivamente, l’assegno pensionistico verrebbe ricalcolato tenendo conto della componente retributiva. Quindi, in poche parole, per quattro o cinque anni, il pensionato avrebbe un assegno inferiore, destinato poi a crescere qualche anno dopo. Una soluzione decisamente articolata che non convince i sindacati per varie ragioni, non ultima il fatto che, ad esempio, si verrebbe a creare una discrepanza con quanto accade con opzione donna che prevede il calcolo interamente con il sistema contributivo.