Lo Stato deve assicurare il rispetto della legalità in tutto il territorio

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha fra gli indirizzi prioritari anche quello di accorciare la distanza esistente tra nord e sud d’Italia. Partendo da questo concetto, l’Unione Generale del lavoro, in particolare nelle sue tappe del tour che si svolte nelle regioni meridionali, ha ricordato come il Mezzogiorno sia indietro in tutti gli indicatori economici, sociali e occupazionali. Il sud contribuisce per appena il 25% del prodotto interno lordo pur avendo un terzo della popolazione residente in Italia, con il tasso di occupazione che arriva anche a venti punti in meno rispetto al resto d’Italia. Le diseguaglianze economiche e sociali hanno poi avuto una ripercussione nella scuola, con il tasso di abbandono scolastico è pari al 18% nel mezzogiorno. Nel frattempo, si registra un forte calo della natalità, mentre rimane aperta la questione femminile. Appare quindi del tutto evidente che il contesto è drammatico, aggravato da una crisi pandemica dalla quale si esce solamente con uno sforzo unitario al fine di garantire una ricostruzione che rappresenta veramente l’ultima chiamata per il sud. Ultima chiamata che passa anche da ruolo che il nostro Paese e il Mezzogiorno in particolare possono avere nel Mediterraneo, che può e deve rappresentare una risorsa, ben al di là della pur pressante questione connessa ai flussi migratori. Una questione, quest’ultima, che richiama l’impellente necessità che lo Stato riprenda il controllo del territorio, cosa che vale per tutto il Paese, affinché la legalità non resti una chimera.