La tradizione
Il progresso di una Nazione passa da sempre sulla qualità e quantità di innovazione che si dedica alle infrastrutture. Le infrastrutture sono il sistema circolatorio del sangue di uno Stato: se la loro fluidità è continua e capillare, lo Stato si alimenta e cresce; dove le mancanze di cura portano a intervalli di comunicazioni, si arriva molto facilmente al collasso del progresso e alla morte del sistema. Al progresso e all’innovazione delle infrastrutture chiaramente è proporzionalmente conseguenziale l’organizzazione e l’adeguatezza dei trasporti che ne beneficiano. Sono oltre 80, le grandi opere già finanziate, ma rimaste incagliate per ragioni diverse, spesso connesse alla burocrazia: sono decenni che si parla del ponte sullo Stretto di Messina (che è da realizzazare), mentre, quando si vuole, si costruisce in pochi mesi il nuovo viadotto di Genova sulle ceneri dell’ex ponte Morandi. Fra le cose da fare, terminare i progetti ferroviari dei corridoi europei, potenziare gli interporti, completare la rete autostradale, collegare mar Tirreno e mar Adriatico con l’alta velocità, fare della pianura Padana il più grande hub della logistica europea. Serve anche una compagnia di bandiera, una rinnovata Alitalia, capace di competere sui mercati internazionali, con flotta e personale adeguati.

L’innovazione
Lo sviluppo delle infrastrutture immateriali, ovvero l’insieme di interventi finalizzati alla creazione di reti tecnologiche pubbliche e private che consentono l’accesso delle Istituzioni, delle imprese e dei cittadini ad una serie di servizi che possono essere di pertinenza della Pubblica amministrazione, di business o servizi sociali territoriali, rappresenta lo snodo portante dell’intero processo. Di conseguenza lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni è condizione necessaria per consentire un’adeguata digitalizzazione del Paese, in linea con quanto previsto dal programma paneuropeo Digital Europe nell’ottica del Mercato unico, innovazione e agenda digitale. L’emergenza legata al Covid-19 ha messo sotto stress le infrastrutture (in particolare la rete di telecomunicazioni) a causa dell’improvviso aumento della domanda di servizi digitali, evidenziando reazioni diverse nelle aziende e nella P.A. in relazione sostanzialmente a due fattori: gli investimenti pregressi realizzati o meno nella digitalizzazione e le aree territoriali di appartenenza. I cinque pilastri da cui partire (connettività, competenze, alfabetizzazione, integrazione, digitalizzazione Pa) dovrebbero essere accompagnati da ingenti risorse nella cybersecurity, per innalzare il livello di sicurezza dei dati sensibili di cittadini e aziende.