di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

La data, individuata dall’Ilo, Organizzazione Internazionale del Lavoro, è utile a una riflessione su un tema fondamentale e per fare il punto della situazione. Nonostante l’attenzione pubblica e mediatica sia concentrata sul Covid e sulle problematiche derivanti dalla pandemia, è necessario, infatti, continuare a tenere accesi i “riflettori” sul tema della salute e sicurezza sul lavoro, sulle tante morti bianche che si verificano nel nostro Paese, 104 nei soli primi due mesi del 2021, sui troppi incidenti, infortuni, malattie professionali che mettono a repentaglio la vita, la salute e il benessere di molti nostri concittadini nei luoghi di lavoro. Il virus non ha impedito che continuassero ad accadere gli altri tipi di malattie e infortuni, anche mortali, sul lavoro. Con le chiusure, con le tante attività bloccate o limitate, diminuendo il lavoro, sono diminuiti, per forza di cose, gli incidenti e le malattie professionali, mortali e non, nei settori coinvolti dalle restrizioni. Però alle consuete cause di incidenti e malattie professionali ora si è aggiunto il anche pericolo di contrarre il coronavirus in itinere e nei luoghi di lavoro, nel settore sanitario e non solo. Da quest’ultimo punto di vista, sono stati resi noti di recente i dati Inail: in tutto, dall’inizio della pandemia al 31 marzo 2021, sono state 165.528 le denunce di contagio da Covid-19 nei luoghi di lavoro, 551 delle quali con esito mortale. Per quanto riguarda, invece, il complesso degli infortuni e delle malattie professionali, compresi quelli non connessi al virus, al momento i dati Inail relativi al 2021 attestano un decremento in quasi tutti i settori, Conto Stato, Agricoltura, Industria e Servizi, con l’eccezione del settore “Sanità e assistenza sociale”, che nel primo bimestre 2021 presenta un aumento di casi del 169% rispetto allo stesso periodo del 2020, ossia prima dello scoppio della pandemia in Italia. L’impatto del virus sul mondo del lavoro resta quindi fortissimo, in vari sensi, sia in termini di contagi che di conseguenze delle restrizioni alle attività produttive. Per quanto riguarda lo specifico dei contagi da Covid nei luoghi di lavoro, nei primi mesi dell’anno in corso si è notato comunque un calo sensibile delle denunce rispetto a quanto avveniva nei mesi precedenti, segno che i protocolli di sicurezza stanno funzionando, così come le vaccinazioni del personale sanitario. Ciò dimostra che se c’è un’attenzione alta al rispetto delle normative su salute e sicurezza la situazione migliora sensibilmente. Stesso criterio, stesso rigore andrebbe quindi applicato non solo al Covid, ma anche a tutte le altre casistiche, con uno scrupoloso rispetto delle norme, con la presenza dei necessari dispositivi di protezione, per evitare il più possibile non solo i contagi da coronavirus, ma anche i tanti altri tipi di malattie professionali e di incidenti sul lavoro. Una riflessione necessaria oggi, giornata mondiale, ma da fare ogni giorno, perché quella per la salute e la sicurezza sul lavoro, per #lavorarepervivere, è una battaglia quotidiana da fare 365 giorni l’anno.