In vista della fine di quota 100, Durigon chiede un anno di tregua previdenziale

Si riaccende la partita intorno alle pensioni, proprio mentre il sottosegretario al ministero dell’economia, Claudio Durigon, già artefice di quota 100, in una intervista a il Giornale chiede «un anno di tregua per disegnare il welfare del futuro una volta capito cosa succederà all’economia dopo il Covid». Sempre Durigon, evidenzia, altresì, che non nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che si deve definire il futuro del sistema previdenziale. Torna quindi di attualità la necessità di far partire un tavolo di confronto nelle prossime settimane. Di certo, qualcosa andrà fatto per limitare l’impatto dello scalone del 1° gennaio 2022, quando, terminata la sperimentazione triennale di quota 100, si tornerà alla legge Fornero. A conti fatti, si tratterebbe di un impatto compreso fra i quattro e i cinque anni in più al lavoro con tutto quello che ne consegue anche sotto il profilo del ricambio generazionale. In attesa di capire quale sarà la posizione di partenza del ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, rimane il tavolo preparatorio, poi interrottosi con la pandemia da Covid-19, avviato dalla precedente ministra Nunzia Catalfo. In quelle occasioni, le parti sociali hanno avanzato delle proposte iniziali, senza però scendere a fondo sui vari aspetti. Nel frattempo, dovrebbero anche concludersi i lavori delle due commissioni di studio su bilancio Inps e lavori gravosi.