Covid: riaperture e coprifuoco questioni di buon senso. Per Istat la fiducia di imprese e consumatori ad aprile è in recupero. Ma per Confcommercio «la situazione è molto compromessa» e per Confesercenti «crolla quella delle imprese del turismo. Bisogna agire subito»

Sottolinea oggi Confcommercio «il deterioramento del sentiment tra gli operatori turistici», «il settore continua, infatti, a considerare ancora molto lontano il momento in cui si potrà tornare ad una situazione meno drammatica rispetto a quella vissuta nell’ultimo anno. E non possono bastare poche riaperture limitate peraltro solo ad alcune aziende del settore per migliorare una situazione molto compromessa». Si potrebbe dire che è tutta qui la ragione che sta dietro «le tensioni interne alla maggioranza innescate dal nodo del coprifuoco», come oggi evidenziano con grande preoccupazione per la tenuta della maggioranza tutti i quotidiani. È vero, dopo il voto sul Recovery alla Camera, approderà in Aula l’Odg di Francesco Lollobrigida per «abbattere» il coprifuoco delle 22. A questa mossa però la Lega ha risposto che «noi lavoriamo perché sia il Cdm a cancellare il coprifuoco, con gli odg non cancelli nulla». Non se ne può fare una questione di centro destra unito o disunito, perché una sua parte è nella maggioranza di Governo e l’altra all’opposizione, sarebbe davvero riduttivo e irrispettoso nei confronti dei tanti italiani senza lavoro e con le serrande chiuse. Sul coprifuoco lo «scontro politico» riguarda un quasi tutti, già da quando Salvini ha lanciato la raccolta firme #nocoprifuoco. «Siamo a 800mila in poche ore, l’obiettivo è arrivare a centomila entro sera», hanno segnalato fonti della Lega. Ma al Pd tutto questo non va bene: per una questione di correttezza istituzionale, di consenso elettorale o di partito preso? «Raccogliere firme contro le decisioni del governo di cui si fa parte è inaccettabile», ha sottolineato ieri il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Ma già oggi ha detto: «Siamo tutti contro il coprifuoco ma bisogna capire quando si può compiere il passo successivo dopo le riaperture». Stesse parole di Matteo Salvini: «Non devo essere io a convincere Draghi. Io penso che entro metà maggio saranno i dati a consentire di riaprire». Per Confesercenti i dati Istat sulla fiducia di aprile evidenziano che «le restrizioni pesano sul turismo e minano la fiducia delle imprese del settore. Che, in un quadro di cauto recupero dell’ottimismo da parte delle attività economiche, vanno in controtendenza e segnano ad aprile un crollo di quasi 7 punti dell’indice di fiducia, dopo il calo di 4 punti registrato a marzo».