Per almeno sei mesi conviveranno i modelli SR41 e UniEmens-Cig: rischio caos

Semplificazione a metà, in attesa delle conclusioni del tavolo di confronto sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Quanto successo in questi mesi di pandemia è noto a tutti: a fronte di un forte investimento sul versante della cassa integrazione con causale Covid-19, il sostegno al reddito è arrivato troppo spesso in fortissimo ritardo, cosa che ha creato enormi difficoltà a centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici, soprattutto delle piccole e medie aziende. Fra le cause di questo ritardo, è bene ricordare, anche la mancata introduzione di una garanzia sui prestiti bancari in anticipo della cassa in deroga. L’ultimo decreto legge ha provato a semplificare la presentazione per accedere agli ammortizzatori sociali, riprendendo le richieste formulate dai sindacati confederali e dalle associazioni datoriali nei vari tavoli che, in queste settimane, il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, sta avendo con Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria e le altre sigle. L’Inps, però, in questa attività di semplificazione si è fermata a metà. Infatti, il passaggio dal modello SR41 al nuovo modello UniEmens-Cig non è, come auspicato da più parti, immediato. Infatti, almeno per sei mesi, i due sistemi conviveranno, cosa che rischia di creare ancora più confusione fra gli operatori del settore. Il tutto in attesa della riforma degli ammortizzatori sociali entro fine anno.