Nel bel mezzo di una tempesta, arriva domani in Cdm il PNRR italiano. Prevista la costituzione di task force locali per aiutare le amministrazioni territoriali a migliorare la capacità di investimento e a semplificare le procedure

In un clima politico non esattamente disteso, domani alle 10 arriva la bozza del Recovery Plan italiano sul tavolo del Cdm per un primo esame. Un piano – secondo anticipazioni delle principali agenzie di stampa, tra le quali Ansa – in 318 pagine nelle quali sono indicati obiettivi, missioni, priorità trasversali e riforme. Si tratta di un «ambizioso progetto di riforme» con «quattro importanti riforme di contesto – PA, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza». Ci sono poi la «modernizzazione del mercato del lavoro; il rafforzamento della concorrenza nel mercato dei prodotti e dei servizi» e la riforma del fisco, anche in chiave ambientale. Oltre ai contenuti assolutamente importanti – quali lo snellimento e semplificazioni di almeno 200 procedure, la creazione di un hub del turismo digitale, il 40% di risorse destinate al Sud, 38% al green, 25% digitale, gli investimenti per una maggiore efficienza idrica, la digitalizzazione della Sanità e la creazione di un Centro di eccellenze per le epidemie, acquisto di treni veloci e restyling delle stazioni – un tema strategico è anche quello della Governance. Su quest’ultimo punto, la supervisione politica del Piano sarà affidata a un comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio del quale faranno parte i ministri competenti. La struttura di coordinamento centrale, presso il ministero dell’Economia, sarebbe responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea, subordinato al raggiungimento degli obiettivi previsti. Accanto a tale struttura, ve ne sono altre due: una di valutazione e un’altra di controllo. Le amministrazioni saranno responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme e invieranno i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale. Prevista anche la costituzione di task force locali che potranno aiutare le amministrazioni territoriali a migliorare la loro capacità di investimento e a semplificare le procedure. Nel frattempo, però, è scoppiato un altro caso intorno al “decreto aperture”: nel testo finale, arrivato in Gazzetta Ufficiale, non c’è più la possibilità di aprire i centri commerciali, i parchi commerciali e le strutture analoghe nei fine settimana a partire dal 15 maggio.