Gli effetti diretti e indiretti della pandemia colpiscono anche i campi

Il Covid-19 si è fatto sentire anche nei campi, laddove, paradossalmente, sarebbe più facile mantenere il distanziamento e assicurare le migliori condizioni possibili per contenere la diffusione del virus. Secondo uno studio prodotto dall’Osservatorio Censis – Fondazione Argentina Altobelli, in agricoltura le ore di lavoro in meno nel corso del 2020 sono state circa due milioni, mentre i lavoratori stagionali in meno sono stati circa 18mila, una riduzione vicina al 2%. È, però, soprattutto un dato a certificare l’impatto che la pandemia ha avuto anche sul settore primaria: 132mila addetti hanno avuto contratti per meno di dieci giorni nel corso dell’intero anno, a dimostrazione della enorme precarietà che sta vivendo il settore. Poco più di un quarto di addetti, parliamo di quasi 250mila addetti, è stato occupato per meno di 30 giornate. Una situazione critica, sulla quale ha sicuramente inciso il calo dei consumi conseguente alla chiusura dei ristoranti e degli altri esercizi. Sempre lo stesso rapporto, evidenzia anche il forte impatto del sommerso che arriverebbe a coprire un quarto degli addetti del settore. Come si ricorderà, l’allora ministra delle politiche agricole, Teresa Bellanova, aveva fortemente insistito per la sanatoria degli immigrati non in regola, avendo a riguardo proprio i lavoratori dei campi. A conti fatti, quella sanatoria è servita soprattutto per badanti e colf.