di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Gli incentivi, da soli, difficilmente bastano per favorire nuovo lavoro; di certo, però, possono aiutare. Questa semplice considerazione serve ad introdurre il tema che si affronta nel presente numero di Meta Sabato. Nei giorni scorsi, l’Inps ha pubblicato la circolare esplicativa degli incentivi alle assunzioni introdotti con la legge di Bilancio approvata nel dicembre scorso. Un atto più volte sollecitato dal sindacato che, peraltro, ancora non è esaustivo, in quanto è atteso il via libera definitivo della Commissione europea chiamata a giudicare la congruità dell’impianto della norma con la disciplina relativa agli aiuti di Stato; non dovrebbero, però, esserci particolari sorprese sotto questo profilo, essendo solo questione di ore o giorni al massimo. Si dibatte da tempo se gli incentivi aiutano l’occupazione. Si tratta di una questione complessa che poggia, chiaramente, sulla fiducia dell’imprenditore rispetto agli andamenti dell’economia e, soprattutto, del suo particolare mercato. Al ristoratore, ad esempio, potrebbe anche non interessare se la Borsa raggiunge o meno il suo massimo di sempre; è oggettivamente più interessato a sapere su quanti potenziali clienti potrà contare nei prossimi mesi e su quale tipologia di clienti, perché, è noto, che il turista tedesco, quello russo o quello americano hanno comportamenti medi molto differenti fra loro. Scorrendo le statistiche del passato, è facile scoprire come soltanto in un anno gli incentivi all’occupazione hanno avuto un impatto enorme: parliamo del 2015, quando vennero a realizzarsi alcune circostanze favorevoli per il sistema imprenditoriale e con l’economia nazionale che iniziava a dare segnali di ripresa dopo la doppia crisi del 2008-2009 e del 2011-2012 e la successiva stagnazione.