di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Nella giornata di ieri, il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha incontrato i sindacati per presentare la sua nuova squadra e iniziare un percorso di confronto e collaborazione, basato sulla volontà di razionalizzare le procedure e ottenere un maggior coordinamento tra Mise, altri ministeri coinvolti, parti sociali, nell’obiettivo di superare prima e meglio le tante e importanti crisi aziendali in agenda, Alitalia, ex Ilva e molte altre. Al tavolo, le quattro organizzazioni sindacali confederali: la nostra Ugl assieme a Cgil, Cisl e Uil. Il ministro l’ha definito un «incontro positivo» e da parte nostra non possiamo che confermare questa valutazione, sia per quanto riguarda il merito, la decisione di accelerare i tempi per finalmente venire a capo di situazioni importanti dal punto di vista economico e sociale, industriale ed occupazionale, ed allo stesso modo sul metodo, collaborativo ed inclusivo. Dal canto nostro, con spirito di responsabilità, data la particolare situazione del Paese, abbiamo presentato a Giorgetti e condiviso con i presenti la nostre osservazioni sui temi in discussione. Abbiamo ribadito la strategicità di alcuni settori produttivi, ad iniziare dalla siderurgia e dal trasporto aereo. Non si tratta infatti di assicurare semplicemente la tenuta occupazionale con riferimento all’attuale forza lavoro, si tratta di valorizzare degli asset, mancando i quali è tutto il sistema che va in sofferenza. Per questo serve la collaborazione di tutti al fine di difendere settori fondamentali dal punto di vista sia sociale che economico. A questo scopo abbiamo sottolineato la necessità di rafforzare il ruolo dei tavoli di confronto specifici e di settore, per assicurare un monitoraggio costante, uno stretto collegamento fra le decisioni prese a livello nazionale, i piani aziendali, le ricadute concrete su lavoro, produzione, territorio, ambiente, onde evitare prese di posizione “politiche” scollegate rispetto alle esigenze delle realtà produttive nazionali e in alcuni casi controproducenti per il Paese, si pensi a quanto avvenuto con plastic tax e sugar tax, ma anche agli incentivi alle auto elettriche o ibride, partiti quando la nostre industrie italiane, rispetto ai concorrenti stranieri, non erano ancora pronte. Gli argomenti presentati sono stati molti: la necessità di tutelare i distretti industriali, l’obiettivo della riqualificazione della forza lavoro, in cooperazione col ministero del Lavoro e con le Regioni, rendendo più efficienti ed efficaci le politiche attive, una migliore dotazione strumentale per le imprese, ora da conciliare con le difficoltà economiche delle aziende, la semplificazione dei rapporti fra impresa e pubblica amministrazione, la digitalizzazione e il potenziamento delle infrastrutture immateriali come mezzo per sostenere prodotti e servizi offerti dalle nostre imprese, la transizione energetica non come “slogan”, ma come occasione di tutela dell’ambiente, sviluppo e maggiore indipendenza per il Paese. Un incontro, per tanti aspetti, utile e significativo.